Sta circolando la voce che con un nuovo decreto la patente venga tolta automaticamente a chi compie 65 anni. Ma la realtà è molto diversa: non esiste alcuna legge che preveda il ritiro forzato della patente a quell’età.
Ecco cosa stabilisce il Codice della Strada, quali novità sono in discussione e quali bufale stanno girando.
La normativa attuale
In Italia la patente non scade al compimento dei 65 anni. Ciò che cambia sono i tempi di rinnovo, legati a controlli medici più frequenti con l’avanzare dell’età:
fino a 50 anni il rinnovo avviene ogni 10 anni;
tra 50 e 70 anni ogni 5 anni;
tra 70 e 80 anni ogni 3 anni;
oltre gli 80 anni ogni 2 anni.
Per le patenti professionali, come quelle per camion o autobus, le regole sono più rigide, ma non esiste un limite fisso a 65 anni che vieti di guidare.
Le proposte in discussione
Negli ultimi mesi il governo e l’Unione Europea hanno parlato di una revisione dei criteri per il rinnovo, soprattutto per gli over 80, con controlli medici più severi e frequenti. Si tratta però solo di valutazioni e non di leggi già approvate.
Le bufale da sfatare
Alcune affermazioni che girano sul web non hanno riscontro:
Non è vero che la patente viene tolta a tutti a 65 anni.
Non esiste un decreto Meloni che imponga un ritiro automatico.
È vero invece che gli anziani devono sottoporsi a visite mediche obbligatorie per il rinnovo, e in caso di mancata idoneità la patente non viene rinnovata.
Perché circolano queste notizie
Molte fake news nascono dall’allarmismo, dalla cattiva interpretazione di proposte politiche o da articoli che semplificano troppo. Parlare di “addio patente a 65 anni” crea paura e confusione, ma non corrisponde alla realtà.
Cosa fare in caso di dubbi
Chi riceve notizie di questo tipo dovrebbe sempre:
verificare la presenza di un riferimento a una legge o a un decreto ufficiale;
consultare il sito del Ministero dei Trasporti o della Motorizzazione;
chiedere conferma ad associazioni automobilistiche o a professionisti del settore.
Sicurezza e libertà
Guidare significa indipendenza, soprattutto per chi vive lontano dai grandi centri. Bloccare tutti alla stessa età senza valutare le condizioni di salute sarebbe ingiusto. L’attuale normativa non impone un limite fisso, ma controlli medici progressivi. Se in futuro arriveranno novità, dovranno essere basate su criteri chiari ed equi, non su generalizzazioni.