Cosa succede davvero ai tuoi soldi se sbagli IBAN in un bonifico

Franco Gentili

Settembre 10, 2025

Fare un bonifico bancario è diventato un gesto quotidiano: dal pagamento dell’affitto alle spese condominiali, fino agli acquisti online. Basta inserire l’IBAN, l’importo e la causale, e in pochi click il denaro parte. Ma cosa accade se per errore si digita un IBAN sbagliato? I rischi possono variare molto, e spesso generano ansia in chi si accorge dell’errore soltanto dopo aver confermato l’operazione.

Come funziona la verifica dell’IBAN

Un aspetto poco noto è che le banche, sia in Italia che in Europa, non incrociano in automatico il nome dell’intestatario con l’IBAN indicato. In pratica, se l’IBAN è formalmente corretto (cioè esiste davvero), il bonifico parte e arriva sul conto corrispondente, anche se l’intestatario non coincide con quello che hai inserito. Se invece l’IBAN non esiste, la banca non riesce a instradare il pagamento e il denaro torna indietro, solitamente entro pochi giorni lavorativi. Questo significa che l’errore può avere due esiti molto diversi: soldi che rientrano automaticamente oppure bonifico accreditato a una persona sconosciuta.

Bonifico su IBAN errato ma inesistente

Se l’IBAN inserito non appartiene a nessun conto attivo, non c’è motivo di preoccuparsi. In questi casi, la banca destinataria rifiuta il trasferimento e i fondi ritornano automaticamente sul conto di partenza. I tempi variano da istituto a istituto, ma in media occorrono da 2 a 5 giorni lavorativi. In questa situazione non serve nessuna richiesta formale: il sistema stesso annulla l’operazione.

Bonifico su IBAN errato ma esistente

Il problema reale nasce quando il numero digitato corrisponde a un IBAN valido e intestato a un’altra persona. In questo caso, i soldi vengono effettivamente accreditati sul conto sbagliato e il recupero diventa più complesso. La banca non può semplicemente “riprenderseli” senza autorizzazione: deve attivare una procedura formale di storno. Il cliente deve comunicare subito l’errore al proprio istituto, che contatterà la banca del destinatario. Quest’ultima informerà il titolare del conto e potrà procedere alla restituzione solo con il suo consenso. In caso di rifiuto, l’unica via rimane il ricorso legale.

I tuoi diritti e le tutele normative

Dal 2014, con la Direttiva Europea sui Servizi di Pagamento (PSD2), sono state introdotte regole più stringenti a tutela dei consumatori. Le banche hanno l’obbligo di assistere il cliente nella richiesta di recupero, ma non possono garantire il risultato quando il bonifico è finito su un conto esistente. In Italia, l’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) è l’organismo a cui rivolgersi se la procedura non va a buon fine. Inoltre, se il destinatario trattiene i soldi pur non essendo legittimato a riceverli, commette un illecito assimilabile all’indebito arricchimento e può essere citato in giudizio per la restituzione.

Come evitare errori futuri

Per ridurre i rischi, molti istituti stanno introducendo sistemi di verifica preventiva, che segnalano al cliente possibili incongruenze tra IBAN e nome intestatario. Al momento, però, non è obbligatorio. Per questo resta fondamentale controllare con cura i dati prima di confermare l’operazione. Un piccolo accorgimento può evitare giorni di stress e procedure burocratiche.

Se digiti un IBAN inesistente, i soldi tornano indietro senza problemi. Se invece l’IBAN appartiene a un conto attivo, il denaro viene accreditato al destinatario sbagliato e il recupero richiede una procedura complessa, che può arrivare fino al tribunale. In ogni caso, la tempestività della segnalazione alla banca è decisiva: più si aspetta, più diventa difficile ottenere indietro la somma.

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